Mediaset, gloria di Berlusconi

traduzione di “The Glory of Berlusconi” di giovedì 16 dicembre 2010

Come il suo fondatore, Mediaset è volgare, ingiustamente favorita, si piega ma … non si spezza.

Non importa quanto ne sfidi la pazienza, gli italiani non sembrano in grado di scaricare Silvio Berlusconi. La vittoria di misura del capo del governo al termine del voto di fiducia del 14 dicembre lo vede  indebolito ma al suo posto. Il valore delle azioni Mediaset, la società di media da lui fondata, è salito alla svelta sull’onda della notizia dello scampato pericolo. Ed in realtà, la società appare più tosta dell’uomo.

Creata da Berlusconi nel 1970, Mediaset è in effetti controllata dalla holding di famiglia, la Fininvest. Con la RAI, televisione di stato anch’essa sotto l’influenza del presidente del consiglio, forma un virtuale duopolio radiotelevisivo. Un tempo famosi per donne in bikini, ora i canali di Mediaset (im)portano format internazionali di reality come “Grande Fratello” e “Italia’s Got Talent“. E le scollature continuano a strizzare i solchi tra i seni.

L’Italia, con una pavida carta stampata ed una lenta connessione Internet, vede la televisione come il medium di gran lunga più prezioso. Secondo ZenithOptimedia, agenzia di media, in Italia la TV intercetta il 57% delle quote di spesa pubblicitaria, rispetto al 37% degli USA. E nessun altra emittente europea domina il mercato televisivo come Mediaset (vedi tabella).

La posizione dominante della società impressiona in particolare perché, contro, c’è una validissima sfidante: Sky Italia, piattaforma televisiva satellitare a pagamento di proprietà di News Corporation. Sky offre centinaia di canali, rischiando di attrarre telespettatori e quindi quote di spesa pubblicitaria lontano da Mediaset, destino comune alle emittenti di Gran Bretagna e USA. Ma Mediaset ha risposto con prontezza tale – molto maggiore rispetto alle altre emittenti televisive – da rovinare le offerte concorrenti.

Gli italiani possono acquistare partite di calcio e film per mezzo di carte simili a quelle usate per ricaricare un telefono cellulare. Negli ultimi tre anni Mediaset è passata da 1,6 milioni di clienti della pay-TV a un massimo di 4,4 milioni nel secondo trimestre del 2010, solo 400.000 in meno di Sky. Ed ora sta cercando d i trasformare molti suoi clienti pay-per-view in regolari abbonati, rosicchiando mercato a Sky. Secondo un sondaggio di Claudio Aspesi ( Bernstein Research) un quarto degli utenti di Mediaset Premium sono ex abbonati Sky. Come azienda autonoma, la pay-TV di Mediaset ha un’offerta insignificante: quest’anno potrebbe chiudere a malapena in pareggio. Al contrario, come mezzo per rallentare la crescita della televisione multicanale e sostenere gli affari televisivi di Mediaset, è un campione.

E sembra godere di altri vantaggi.

Con una coincidenza sorprendente, provvedimenti normativi e decisioni politiche tendono a danneggiare Sky. La televisione a pagamento ha subito una assurdo aumento di imposte e restrizioni circa le quote-pubblicità accogli bili – modifiche che certo interessano anche Mediaset, ma molto meno perché la pay-tv non è il suo principale business. Lo scorso 8 dicembre Mediaset ha perso, a favore di Sky, i diritti di pay-tv per la Champion’s League e si è appellata all’autorità antitrust in Italia, lamentando che Sky sta cercando di “eliminare qualsiasi forma di concorrenza”.

La quasi sconfitta del capo del governo primo alla camera dei deputati significa che Mediaset è più vulnerabile. Ma forse non molto di più. Le coalizioni di centro-sinistra che hanno governato l’Italia tra il 1996 e il 2001 promisero di sistemare la questione Mediaset senza mai riuscirvi. Il governo di Romano Prodi tra il 2006 e il 2008 non fece di meglio. Anche quando il suo principale azionista è all’opposizione, il vasto pubblico Mediaset fornisce peso politico.
Sky rimane un pericoloso e paziente sfidante. La News Corporation è emersa con forza dalla recessione ed è sempre più focalizzata sulla pay-tv, come dimostra il suo tentativo di prendere il pieno controllo della britannica BSkyB. Sky può offrire molti più canali ad alta definizione, il che dovrebbe aumentare la fidelizzazione; i telespettatori che si abituano all’alta definizione (HD) difficilmente vi rinunceranno e la scorsa estate ha ridotto i prezzi dell’offerta. Se Mediaset vuole entrare in concorrenza diretta con Sky, anziché limitarsi a ostacolarne la crescita, dovrà probabilmente prepararsi a subire perdite alla voce pay-tv.

Eppure, come il vento contrario aumenta, Mediaset prende il largo. Ha già dimostrato maggiore astuzia strategica di qualsiasi altra emittente in Europa o in America e potrebbe spiazzare ancora i suoi avversari.

Non molto tempo fa, secondo autorevoli opinioni anche il destino di Berlusconi era segnato.

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