Anche i clandestini (almeno alcuni) sognano?

L’Italia e la ventilata possibilità  dell’uso della forza per bloccare gli immigrati clandestini provenienti da Tunisia. Il silenzio assordante dell’UE.

Sul barcone, tra sogni di Futuro e Libertà e la realtà di immigrato clandestino

traduzione di “Italy Seeks to Use Forces to Halt Illegal Immigrants From Tunisia“, di Rachel Donadio per il New York Times, 13/02/2011

ROMA – L’Italia nutre la speranza di poter inviare in Tunisia le proprie forze armate per concorrere ad arginare il flusso di immigrati clandestini, dopo lo sbarco, avvenuto nei giorni scorsi, di più di 3.000 tunisini su un’isola italiana. Così parlò il ministro dell’Interno Maroni domenica scorsa.

Chiederò al ministro degli Esteri della Tunisia l’autorizzazione l’intervento delle nostre forze in Tunisia, al fine di bloccare l’afflusso – ha detto domenica il ministro dell’Interno Roberto Maroni in un’intervista televisiva italiana, a distanza di ventiquattro ore dalla dichiarazione del governo italiano dello stato di emergenza umanitaria, richiedendo l’aiuto da parte dell’UE.

Con migliaia di chilometri di costa difficili da pattugliare, l’Italia affronta il problema degli sbarchi degli immigrati dal Nord Africa fin dagli anni ‘90. Il governo Berlusconi, nel 2009, l’Italia ha rinnovato l’accordo bilaterale con la Tunisia, impegnandosi, in cambio di sostegno finanziario, ad aiutare a prevenire che immigrati potenziali , lasciando le coste tunisine, diventino reali.

Ora, sembra che questo accordo si risolverà nel nulla, risucchiato nel caos in cui si trova il governo ad interim della Tunisia, un mese dopo la caduta – dovuta alla rivolta del popolo – del presidente Zine el-Abidine Ben Ali.

Maroni, che non ha specificato quali forze potrebbero intervenire in Tunisia, ed ha parlato prima che fossero note le dimissioni del ministro degli Esteri tunisino, Ahmed Ounaïes (ma proprio domenica sera, Maroni, ospite a Che Tempo Che Fa’ su Rai 3, dimostra di esserne a conoscenza).  Certo è che i suoi commenti indicano crescente preoccupazione circa le conseguenze che i disordini in Tunisia e nel resto del Nord Africa potrebbero comportare in termini di flussi migratori sulle loro coste.

Proprio in un momento delicato della politica interna italiana.

Maroni è esponente della Lega Nord, un partito noto per la sua netta posizione anti-immigrati e per la sua manovra politica volta ad ottenere un ruolo ancora maggiore nel governo, ora che Berlusconi si sta sbattendo per la propria sopravvivenza politica, messa a repentaglio dal recente sesso-scandalo.

“Vorremmo  una cosa sola dal popolo italiano: AIUTO”.

Secondo un’agenzia Ansa, durante un’intervista rilasciata ad un’altra tv , Maroni ha descritto il flusso degli immigrati come “di proporzioni bibliche”.

Nei giorni scorsi, più di 3.000 tunisini sono giunti via mare a Lampedusa, piccola isola italiana più vicina alla Tunisia che alla terraferma italiana e centinaia di persone sono state costrette a dormire all’esterno, causa carenza di strutture di accoglienza.

Altre agenzie di stampa riportano che sempre domenica scorsa, il ministro dell’Interno ha deciso la riapertura di un centro di detenzione di immigrati a Lampedusa, chiuso in passato, e il trasporto aereo di immigrati presso alcuni centri di identificazione in Sicilia e nel continente italiano.

“… la possibilità di lavorare …”

All’interno dell’alta recinzione che circonda il centro sportivo di Lampedusa, dove gli immigrati stanziano in attesa di registrare il loro arrivo presso la Polizia, un giovane tunisino ha detto che la situazione nel suo Paese non era affatto cambiata da metà gennaio e che questo lo aveva spinto a lasciare la Tunisia.

“Tutto quello che chiediamo è la possibilità di lavorare in Europa, non solo in Italia, ma da qualche parte in Europa” –  ha detto in un’intervista trasmessa sul canale italiano news Sky Tg24.

“Vorremmo – ha aggiunto – una cosa sola dal popolo italiano: Aiuto”.

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