Ikea sciocca solo il Giornale

Il Giornale vicino a un tale Bunga Bunga cerca consensi tra cattolici e clero criticando la campagna Ikea in occasione dell’apertura del nuovo punto vendita a Catania che ha dimostrato un interesse notevole (20.000 visitatori il giorno d’apertura). Insomma, si fa sempre più dura per una carta stampata inutilmente bigotta.

LE COPPIE GAY NON PIACCIONO AL “GIORNALE”

traduzione di “We are open to all families’: IKEA provokes outrage in Italy after creating advert with gay couple holding hands” di Nick Pisa per il Daily Mail

L’ultimo annuncio del gigante svedese dell’arredamento casa strizza l’occhio alle coppie omo con cartelloni pubblicitari in tutta la “tradizionalmente cattolica” Italia con una facilità abbastanza sorprendente.

La svedese IKEA non è estranea a campagne pubblicitarie a tema gay, in passato ne ha già realizzato numerose, alcune delle quali sono state censurate a causa di denunce da parte del pubblico.

Il manifesto – che mostra due uomini mano nella mano con lo slogan che recita: “Siamo aperti a tutte le famiglie” e aggiunge: “Con noi vi sentirete a casa. Quello che cerchiamo di fare è rendere la vita più comoda per ogni persona, ogni famiglia, ogni coppia, qualunque essa sia” –  è stato ampiamente utilizzato per promuovere l’apertura dell’ultimo punto vendita IKEA in Italia, quello di Catania in Sicilia, nota  per le sue tradizioni profondamente religiose.

Il Giornale – quotidiano di proprietà del Berlusconi  autoproclamatosi difensore dei valori della famiglia nonostante il suo coinvolgimento in una serie di scandali sessuali – ha condannato la pubblicità, etichettandola come provocazione e aggiungendo: ”Cosa c’è dietro? Non certo la sensibilizzazione dei diritti per le coppie gay, ma una chiara strategia di marketing.”

Secondo il quotidiano non si tratterebbe di un “un incidente isolato”, quanto di un chiaro tentativo da parte dell’Ikea e il suo “imperialismo svedese” –  che tenterebbe  di rendere tutti uguali mediante gli stessi “mobili economici” – “di far parlare di sé, garantendosi in questo modo una visibilità assicurata”.

Berlusconi e il suo Popolo delle Libertà hanno a lungo sostenuto i valori della famiglia e si sono allineati con la potente Chiesa cattolica che condanna l’omosessualità e rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso.

Il sito web de Il Giornale è stato inondato di commenti di protesta contro un campagna che ha definito “choc” ma i sostenitori dei diritti gay in Italia hanno accolto con favore l’annuncio.

Queer Blog Italia ha scritto: “Niente di più indigesto per i bigotti e gli omofobi nostrani, che non sopportano neppure che si leghi la parola famiglie alle unioni dello stesso sesso”. A noi la pubblicità piace e ben venga che Ikea – e magari qualcun altro dopo di lei – si schieri apertamente sul fronte del progresso e della modernità, invece di guardare al Medioevo”.

Già nel 1994 IKEA causò polemiche quando lanciò il suo primo annuncio a tema gay con una coppia maschile di mezza età seduta a tavola con uno a dire “una foglia significa impegno” e l’altro chiudere “abbiamo un’altra foglia in attesa di quando inizieremo DAVVERO a stare insieme”  con un riferimento ad un futuro con figli.

L’annuncio IKEA scomparve a poche settimane dalla sua pubblicazione quando il rivenditore subì minacce di bomba da parte di conservatori che fecero vari appelli al boicottaggio.

Nel 2007, IKEA lanciò a livello europeo una campagna pubblicitaria dal titolo “Living Room” (soggiorno), caratterizzata da una serie di famiglie riprese in vari esempi di soggiorno, compresa una coppia gay maschile mista e la loro figlia, e la voce fuori campo: ”Perché i sofà non dovrebbero essere disponibili in gusti diversi, proprio come le famiglie?”

Il Consiglio Regionale Siciliano ha accolto molto positivamente l’apertura del centro Ikea a Catania, che ha dato lavoro a 308 persone e ha registrato oltre 20.000 presenze il giorno dell’apertura.

One thought on “Ikea sciocca solo il Giornale

  1. beh cosa dire…? imperialismo cattolico, sempre contro un apertura di gente che vuole solo avere il diritto di “vivere” ed “amare”, sebbene sia gente a cui piace lo stesso sesso, obbligati
    inventarsi mille scuse purche la “società” non lo venga a sapere.
    Solo che stavolta IKEA abre battenti nella terra natale dell’ “onorata società”. Il resto é : “cronaca di un Italia che non vuole crescere”

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