1. Meno male che Ruby c’è

Nel 1956 un tale Charles Addams pubblicò le sue vignette su un periodico. Nel 1964 quelle vignette ispirarono una serie di telefilm. La serie di telefilm era “La Famiglia Addams” e il periodico era il New Yorker, nato nel 1925, rispettato per “la sua politica di rigorosa verifica delle notizie e la cura editoriale” e apprezzato per “gli articoli giornalistici su temi sociali e di politica estera”.

Ariel Levy (nella foto) – che per il New Yorker lavora, dopo aver collaborato con testate quali Vogue, Elle e New York Times – ha pubblicato una lunga, lunghissima (e su cui lavorerò  a “puntate”)  “lettera dall’Italia” con il letterale titolo di “Basta Bunga Bunga”.

Un interessante punto di vista femminile del giornalismo anglosassone che racconta e ci ricorda chi è e cosa ha fatto il Cavaliere e domanda: ne avete abbastanza di Silvio Berlusconi e dei valori che incarna?

Non so come Lo avrebbe disegnato il geniale Charles Addams ma mi piace pensare che avrebbe protetto gli Addams da Lui, tenendolo fuori dalla casa dove Gomez e Morticia sono stati bravi a proteggere la loro famiglia dai veri orrori.

BASTA BUNGA BUNGA

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Meno male che Ruby c’è!!!

traduzione di “Basta Bunga Bunga!!! Have Italians had enough of Silvio Berlusconi and the culture he embodies?” di Ariel Levy per The New Yorker, 6 giugno 2011

2008, quarta campagna elettorale per diventare Capo del Governo: la comunicazione elettorale di Silvio Berlusconi lancia un inno, anche in formato video musicale.

In un negozio di alimentari, accanto a un mucchio di banane, una bionda di bell’aspetto comincia a cantare: “C’è un grande sogno che vive in noi …”.

Poi, sotto un cielo senza nuvole, un nugolo di donne a cantare in coro: “Meno Male Che Silvio c’è”.

Non è finita. Ancora altre donne. Da vari ambienti si passano il testimone della melodia. Dalla giovane madre con un pediatra circondato da infermieri alla brunetta in un salone di bellezza, abbigliata con un camice da lavoro che proprio non vuole saperne di coprirle i seni.

Per gli americani, il video ha l’aria di qualcosa che vorrebbe fare il verso a qualcos’altro ma finisce per essere un mancata esplosione di “sensuale con gusto”: trash pornomusicale.

E finalmente il finale.

Un istruttrice di nuoto,  senza dubbio giovane appassionata di canto anch’ella, si rivolge ad una piscina inzuppata di donne e dice: “Dillo così, con quella forza che ha solamente chi è puro di mente, Presidente siamo con te, meno male che Silvio c’è”.

in questo video (un estratto di Videocracy (2009) di Erik Gandini) c’è la descritta versione del video, che comincia dopo circa un minuto

Mentre il dibattito circa l’origine del termine è ancora aperto … è accertato che il Bunga Bunga è fonte di umiliazione per tanti Italiani

Ora, ci vorrebbe davvero una mente pura per guardare a quella piscina piena di giovani donne senza immaginare quella di casa Berlusconi ad Arcore, appena fuori Milano.

Con la discoteca nel seminterrato e le camere da letto al piano superiore, è proprio la piscina ad aver tenuto banco quasi quotidianamente sui giornali italiani per mesi: è infatti uno dei luoghi in cui il Presidente avrebbe ospitato orge a pacchi, conosciute ormai in tutto il mondo con il nome rinomato di Bunga Bunga.

Mentre il dibattito circa l’origine del termine è ancora aperto – secondo alcuni Berlusconi lo avrebbe rubato a Muammar Gheddafi (suo amico fraterno fino a poco tempo fa’) ma potrebbe anche trattarsi di un “rito” osceno compiuto da qualche parte in Africa – non v’è dubbio alcuno che il Bunga Bunga sia fonte di umiliazione per tanti italiani.

Meno quelli che, Berlusconi compreso, se ne divertono.

Non molto tempo fa, durante un convegno del Movimento per la responsabilità Nazionale, dopo averne sentito l’inno, ha detto: “I miei complimenti al vostro inno. Lo userò per un Bunga Bunga!”

Berlusconi è sempre parso soddisfatto di sé.

Nel 2006, diede qualche consiglio agli italiani che vivono sotto la soglia di povertà: “Fate come faccio io e guadagnerete di più!”.

Il suo patrimonio netto è stimato attorno ai nove miliardi di dollari.

Si è descritto come “il migliore del mondo. Tutti gli altri leader mondiali vorrebbero essere bravi quanto me”.

Eppure, ultimamente, la sua tracotanza è sembrata sempre più fuori luogo rispetto alla situazione italiana: economia in stallo, disoccupazione al 8,4%.

Nel 2009 fu giudicato negativamente per la sua inadeguata  risposta al terremoto in Abruzzo, che uccise più di trecento persone e ne lasciò settantamila senza tetto.

Nel luglio scorso, Gianfranco Fini, presidente della Camera dei Deputati e suo alleato fondamentale per sedici anni, lo ha mollato per formare un suo proprio partito.

Eppoi arrivò Ruby.

Lo scorso autunno, il Capo del Governo finì sotto inchiesta, accusato di aver pagato per fare sesso con una danzatrice del ventre di nome Karima El Mahroug, un’adolescente meglio conosciuta con il suo nome d’arte, Ruby Rubacuori e di essere intervenuto per ottenerne il rilascio quando venne arrestata con l’accusa di furto.

Berlusconi ha sempre affermato di non aver mai fatto sesso con lei e che, comunque, lei gli disse di avere ventiquattro anni. Ha ammesso invece di averle dato migliaia di euro alla fine della sua prima sera(ta) ad Arcore e decine di migliaia successivamente ma che si trattò di innocenti atti di generosità.

Quanto alla vicenda della richiesta di rilascio, pensava fosse una nipote dell’ex presidente egiziano Hosni Mubarak e voleva evitare effetti negativi sulle relazioni diplomatiche fra i due paesi.

Ma la Mahroug, nata in Marocco e cresciuta in Sicilia, non ha alcuna relazione di parentela con Mubarak.

(fine prima parte)

seconda parte >>

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