8. “Se non ora, quando?” scritto e diretto dalle Comencini

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BASTA BUNGA BUNGA

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“Se non ora, quando?” scritto e diretto dalle Comencini

traduzione di “Basta Bunga Bunga!!! Have Italians had enough of Silvio Berlusconi and the culture he embodies?” di Ariel Levy per The New Yorker, 6 giugno 2011


Cristina e Francesca Comencini, le sorelle che han messo su “Se Non Ora Quando?“, sono rimaste basite dal successo della manifestazione. “L’abbiamo organizzata in 25 giorni” – ha detto Francesca quando le ho fatto visita a Roma, in un assolato appartamento, pregno di fumo di sigaretta.

Francesca, capelli rossastri e lentiggini, affascinante anche in tuta da ginnastica, ha detto che hanno “fatto tutto senza sapere bene come. Abbiamo creato il blog in una sola notte, al mattino seguente l’abbiamo aperto e abbiamo avuto duemila risposte”.

La protesta è stata organizzata completamente via e-mail ma le sorelle non sapevano come attrezzarsi con la risposta automatica … “cosi ci siamo sedute qui, e abbiamo risposto personalmente a  500 persone”.

Le Comencini sono narratrici esperte e conoscono il marketing delle idee: Francesca ha diretto quattordici film e Cristina è scrittrice di romanzi, regista, e  sceneggiatrice.

La loro capacità di lanciare un’idea interessante – tradizionalmente uno dei grandi punti di forza di Berlusconi – ha contribuito a rendere un successo la manifestazione.

In un breve video che Francesca ha girato per annunciare la manifestazione su YouTube, la famosa attrice Angela Finocchiaro ha chiesto agli  uomini: “potete dire che non volete stare in un Paese che sembra un brutto film degli anni Cinquanta? …”.

Hanno chiamato a raccolta molte celebrità, hanno invitato un gruppo eterogeneo di oratori, tra cui una suora e un immigrato marocchino, e hanno scelto musiche sufficientemente conosciute dai teenagers e nostalgiche abbastanza per le loro madri: “Tutto, da Aretha Franklin a Florence and The Machine, dava la sensazione di ciò che siamo”, ha detto Francesca.

Soprattutto, hanno predisposto un messaggio diretto a persone di diversa appartenenza politica, comunicando la manifestazione come un insindacabile (tempo di esserci tutte e tutti) “appello per la dignità delle donne”.

Sono molto spaventati da noi, perché Berlusconi, da esperto comunicatore qual’è, ha capito molto, molto bene che questa organizzazione era diversa”, ha detto Francesca.

Anche la manifestazione è stata qualcosa di nuovo, dove abbiamo respirato un’atmosfera amichevole”, ha detto Cristina.“L’energia era quella di un concerto rock e …”, “siamo stati davvero forti” la interrompe Francesca.

Berlusconi ha sempre detto di essere più interessante e attraente rispetto alla Sinistra, e in qualche modo aveva ragione, perché sono tristi. Noi abbiamo cercato di essere più attraenti. E infatti noi siamo più moderni e felici”.

Le sorelle Comencini sono orgogliose del fatto che “non abbiamo mai pronunciato il suo nome” durante gli interventi alla manifestazione, ma naturalmente Berlusconi era ovunque in quel giorno: foto sui manifesti sopra la parola Basta, e maledetto da casalinghe e cattolici che avevano votato per lui dietro la promessa che avrebbe realizzato politiche per la promozione della famiglia.

Flavia Perina, deputata di destra che ha abbandonato il PDL il dicembre scorso, mi ha detto che “all’inizio, Berlusconi propose un ‘idea di devolution liberale per le masse, che avrebbe aperto ad una economia più libera, semplificato la burocrazia, portato maggiore benessere per le famiglie. Ma tutte queste promesse non sono state soddisfatte e non che ne sia mancato il tempo”. La Perina è stata nel comitato organizzatore della manifestazione del 13 febbraio a Milano, la “capitale del berlusconismo”.

Come molte donne di destra, non si era sentita in alcun modo legata alla precedente ondata di femminismo italiano che negli anni Settanta si era intrecciata con il Partito Comunista. Le femministe del tempo si  mobilitarono intorno a diverse questioni fondamentali: divorzio (1971), aborto (1978) e morte del “delitto d’onore” (1981).

Per la Perina, la loro enfasi sul “valore dell’emancipazione attraverso il lavoro” è stato alienante e prova a spiegarsi con una frase di Camille Paglia: “Le mie nonne italiane hanno avuto più potere nelle loro famiglie per il ruolo che esercitavano di quello  che le giovani donne hanno oggi …  Eravamo convinte che fosse la direzione in cui avremmo trovato la soluzione del ruolo delle donne: in famiglia, non nel mondo del lavoro.  Sorride e conclude che “negli anni ’70 c’era ancora chi la pensava così. Ora non più. Abbiamo tutti capito che questo modello di famiglia tradizionale potrebbe funzionare solo in un mondo immaginario, come la Terra di Mezzo”.

Per prima cosa, una cultura in cui la maternità sia condizione indispensabile per le donne al fine di  avere un certo grado di potere e/o rispetto non è una cultura che “vede” le donne nel loro essere  pienamente umane.

Puoi essere un caso estremo di mammismo eppure non riuscire a capire il perché della violenza sessuale, o la discriminazione delle donne sul luogo di lavoro, o la perenne rappresentazione televisiva delle donne come bambole.

Silvio Berlusconi adorava sua madre.

Le donne che diventano madri in una società dove la cura dei bambini e della casa sono ancora considerate una prerogativa femminile,  scoprono di avere il tempo di fare poco altro.

In media la donna italiana dedica ventuno ore di lavori domestici alla settimana. L’uomo quattro.

La conseguenza è che diminuisce il numero di donne italiane che fanno figli.

“Questa è la loro ribellione privata!!!” ha detto la Bonino.

Nei prossimi quattro decenni, per la popolazione in Italia si prevede una riduzione del 20%, la regione Liguria ha la più alta percentuale di anziani rispetto ai giovani in Europa.

Secondo la Bonino, “in effetti, per bambini, anziani e persone malate in Italia non ci sono servizi sociali. A tutti loro, dicono, ci pensa la famiglia. Ma non si intende la famiglia. Si intende la donna della famiglia.

Francesca Comencini, madre di tre figli, ha detto “non so quale sia la situazione in America, ma qui le donne fanno tutto. Questo problema, che poi è il vero problema dell’epoca moderna, non é risolto da nessuna parte”.

Beh, in Scandinavia si – ha detto Cristina – ma là fa freddo”.

(fine ottava parte)

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