9. Di difensori e miracolate, di un uccello per un Ministero e di mani addosso salvo Botox

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BASTA BUNGA BUNGA

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Di difensori e miracolate, di un uccello per un Ministero e di mani addosso salvo Botox

traduzione di “Basta Bunga Bunga!!! Have Italians had enough of Silvio Berlusconi and the culture he embodies?” di Ariel Levy per The New Yorker, 6 giugno 2011

In principio fu Bill Clinton

Ancor prima d’aver mai sentito parlare di Monica Lewinsky, gli Americani avevano già dimostrato di non gradire l’entourage femminile di cui Bill Clinton si era circondato e con cui flirtava. Il non riuscire a controllarsi quando nelle immediate vicinanze c’era Paula Jones o Gennifer Flowers era ben oltre i limiti del cattivo gusto.

Ferrara, difensore in cerca d’autore

Giuliano Ferrara, uno dei più eloquenti difensori di Berlusconi ed ex  ministro di un suo precedente governo, ha di recente tenuto una conferenza in una sala milanese, decorata per l’occasione con una catena di mutande stese, a suggerire che  lo snobismo del premier è causa delle ire contro di lui. “Il vero scandalo è che a Berlusconi – un riccone ormai vecchio e probabilmente sesso-dipendente –  non piace giocare a carte con gli altri ricchi. Gli piace la compagnia di giovani donne, e gli piace giocare con loro”, ha detto Ferrara.

Il suo comportamento trasparente ogni giorno, i suoi scherzi, è tutto parte del suo stile di vita: quello di un uomo che si è fatto da sé”.

E a proposito del suo stile di vita, Berlusconi si è fatto costruire, dallo scultore Pietro Cascella, un mausoleo in marmo rosa ad Arcore mentre nella sua casa in Sardegna ha installato un vulcano telecomandato.

Ferrara è una montagna di uomo che fuma Camel a catena e beve caffè come fosse acqua. L’ho incontro nel suo ufficio presso nella sede de Il Foglio, quotidiano conservatore da lui diretto, seduto alla sua scrivania con dietro pile traballanti di libri, sul punto di crollare sopra tre bassotti accucciati ai suoi piedi.

“Nel vostro Paese, i neo-puritani stanno a destra,  nel Nostro stanno a sinistra”,dice. E vorrebbero  privare l’Italia di una componente fondamentale  della sua italianità. “Odiano l’Italia alle Vongole, dice: la rustica, caotica, sfuggente Italia; quella simile alla classica pasta con le vongole, l’Italia che Berlusconi rappresenta con tutto il suo edonismo furbacchione.

Ferrara ammette che Berlusconi ha fatto “un grottesco errore” con Ruby  “quando ha chiamato la polizia, perché una delle sue ‘preferite’ fu arrestata” e spiega che “un vero uomo di potere ha una  quarantina di persone sotto il suo comando. Berlusconi, che non è un politico di professione, risolve il problema da sé. Lui ragiona  come un sultano: fai parte del mio harem? allora ti proteggo. La telefonata è un classico dell’industriale milanese”.

Ma, prosegue Ferrara, “strumentalizzare tutto ciò per accusarlo di favoreggiamento della prostituzione è mostruoso”. Secondo lui i pm sono furbi come il loro obiettivo,“si tratta di trucchi contro trucchi. È una guerra di trucchi”, conclude.

Tra  i sostenitori di Berlusconi c’è chi sostiene che il premier sia in qualche modo qualcosa di diverso da un “politico”. E dire di un uomo che è  “un politico” non vuole essere, in genere, un complimento.

I protagonisti del processo Mani Pulite si erano sempre presentati come onesti, puliti e raffinati. Berlusconi, almeno sotto questo aspetto, non si è truccato da “signore”.

La Bergamini “miracolata”

“Lui viene dal mondo imprenditoriale”, dice Deborah Bergamini, ex assistente personale di Berlusconi.”I suoi modi di fare non sono quelli di un politico consumato”. La Bergamini cominciò a lavorare per Berlusconi un decennio fa, all’età di 31 anni, dopo aver passato un’ora a intervistarlo perla Bloomberg TV a Londra.

“Il mio paese mi aveva proprio deluso”, ha detto. “Pensai  non ci  fossero possibilità per le persone volevano davvero misurarsi con se stessi in qualcosa di importante”. In Italia, provenire da una famiglia senza “agganci”, non è la partenza migliore per costruirsi una vita.

Ma, quando incontrò Berlusconi, “quello che mi capitò e che trovai  davvero stupefacente fu incontrare un uomo così importante e potente disponibile a dare, ad una giovane vista una sola volta, l’opportunità di fare qualcosa di assoluta importanza”.

La Bergamini, ora una rispettata parlamentare, difende Berlusconi per l’aver assegnato posti di lavoro ad ex showgirls, dicendo che “uno dei pochi risultati buoni” della “purga” Mani Pulite fu che gli Italiani cominciarono ad accettare l’idea che una competente guida del Paese potesse arrivare da chi non aveva mai fatto politica. “Altrimenti, saranno sempre gli stessi, attaccati alle poltrone da 40 anni,a fare politica!!!”. Pensa anche che il Rubygate si risolverà in una bolla di sapone.“Non credo che questo tema sia così importante per gli italiani”, ha detto. “Su questioni morali, gli italiani sono estremamente tolleranti.”

Perdono, pentimento e morale

Certo, il perdono è elemento centrale della cultura cattolica, anche nel caso di un peccatore che a pentirsi non ci pensa proprio e, in effetti, non sono solo i difensori di Berlusconi a pensare che uno scandalo sessuale non basti ad escluderlo dalla vita politica. Emma Bonino mi ha detto: “Ciò che cerco di dire ai miei amici di Sinistra, e che non ascolteranno mai, è che una sconfitta di Berlusconi su un  solo piano morale, così come su quello processuale, è da escludere”.

Il fatto è che non sono solo le tradizioni italiane che vanno dal femminismo al puritanesimo a generare disgusto per il comportamento del premier: i suoi scandali hanno generato la paura nazionale di essere percepiti agli occhi del Mondo non solo come un Paese non del tutto appartenente al Europa ma come un Paese con alcuni elementi in comune con quelli del Terzo (Mondo).

Secondo Confalonieri, che cita l’esortazione di Kipling a “prendere il fardello dell’uomo bianco”, ciò sarebbe dovuto al fatto che ci sarebbero italiani che soffrono di un complesso di inferiorità rispetto ad altri Paesi, i quali giudicherebbero l’Italia senza sufficiente cognizione di causa.

Ma ci sono italiani orgogliosi della intatta sensualità dell’Italia alle Vongole che vogliono essere presi sul serio. Il “Se non ora, Quando” del 13 febbraio scorso è stata una manifestazione di protesta non per l’uguaglianza delle donne ma per la loro dignità.

Qualche verità

La cosa veramente più fastidiosa per gli Italiani, è che Berlusconi li ha resi ridicoli, non solo con una vita privata degna del più becero cinema erotico italiano anni ‘70, ma con un governo trasformato in un dispensario di favori alle laureate in Bunga Bunga presso la sua Facoltà.

A prescindere dall’esperienza positiva della Bergamini, c’è differenza tra l’assumere una persona inesperta come assistente e l’assegnazione di un ministero ad una showgirl.

Sabina Guzzanti, artista della satira ed attrice comica, con un padre che è stato membro del partito di Berlusconi, ha dichiarato: “Tu non puoi mettere alle Pari Opportunità una che sta là perche ti succhiato l’uccello”.

La versione di Ventura – Kaspareck

Marco Ventura, addetto stampa estera di Berlusconi, difende il suo capo, spiegando che il Presidente ha una passione per quel “bello” che l’autore di best-sellers Beppe Severgnini chiama “la firma di qualità degli Italiani”.

Ventura – che ricorda di quando Berlusconi  venne nel suo ufficio (un piccolo spazio con divani neri in pelle e pannelli acustici bianchi come controsoffitto) e gli disse: “Leva i fiori e cambia l’arredamento!” – è convinto che le proteste del 13 febbraio sono state un tentativo della Sinistra di colpire il premier con il pretesto del femminismo. “La nostra impressione è che si sia trattato di una manifestazione politica”, ha detto.

D’accordo con lui è la sua vice, Nancy Kaspareck, che ritiene ci sia una matrice politica da piani alti. La manifestazione è iniziata  con i partiti d’opposizione, “tutti gestiti da uomini (ma, in effetti, il presidente del maggiore partito di opposizione, il PD è Rosy Bindi). È come vedere i bianchi liberali marciare per i neri oppressi”. Kaspareck, afro-americana cresciuta a New York continua dicendo che, “usano le donne, perché sono utili contro Berlusconi, ma sia che si usino i loro corpi indegnamente, sia che si usino per una protesta, le donne sono strumentalizzate comunque”.

Paura, eh?

Ho chiesto loro se potevo incontrare Berlusconi. Ventura ci ha pensato su un momento e ha risposto, “avete preso in considerazione l’idea di un intervento di chirurgia plastica prima?”. Non perché io dopo possa sembrare una velina, mi spiega, quanto piuttosto perché si sentirebbe meglio ad organizzare l’incontro con la mia faccia incasinata: sarebbe più facile per il Presidente del Consiglio tenere le mani apposto.

(fine nona parte)

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