12. Mora pro nobis

BASTA BUNGA BUNGA

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Mora pro nobis

traduzione di “Basta Bunga Bunga!!! Have Italians had enough of Silvio Berlusconi and the culture he embodies?” di Ariel Levy per The New Yorker, 6 giugno 2011

Le strade di Milano, al tramonto, smaltiscono lentamente il traffico dell’ora di punta. Dentro un auto, impegnato al telefono e seduto su interni in pelle bianca, un uomo pallido, grassoccio, che ricorda un involtino lungi dal sembrare cotto.

Risponde a 5.000 chiamate al giorno”, mi dice un bel ragazzo abbronzato con la camicia sbottonata a rivelarne uno scorcio di petto rasato. Si chiama Alessandro ed è l’assistente di Lele Mora.

Il primo incontro fra lui e Berlusconi risale a 25 anni fa, quando Mora, ora cinquantacinquenne, accompagnò ad Arcore una giornalista sportiva di cui era agente. In quell’occasione Mora si rese subito conto di avere qualcosa in comune con il padrone di casa, come la passione per la televisione e le feste tra amici.

Da allora, Dario Mora noto Lele e Silvio Berlusconi non solo hanno lavorato insieme ma hanno pure socializzato.

Secondo i documenti bancari in possesso dei pm, Berlusconi gli avrebbe versato tre milioni di euro. La causale sarebbe stato l’utilizzo dell’agenzia di Mora per attività legate al reclutamento di ragazze desiderose di sfondare nel mondo dello spettacolo da “trasformare” in “scorte” utili al premier.

La versione di Mora è diversa. Parla di denaro usato per le spese di prima necessità, dovute ad una attività in difficoltà: “Ho pagato i miei collaboratori e poi luce, acqua, gas, e banche”.

Nel momento del bisogno, Berlusconi mi ha chiamato in disparte durante una cena e mi ha detto: ’So che stai passando un periodo difficile e che hai problemi di soldi. Domani passa dal mio ragioniere’”.

La sua agenzia si è ripresa, ma gli affari sono attualmente “in sofferenza”. Colpa del Rubygate che da mesi lo vede presente su tutti i quotidiani e in tv.

Ciononostante, Mora sta monetizzando la sua “notorietà”: è in macchina per recarsi in un night club di Verona, dove dovrebbe incontrare Ruby Rubacuori. Cinquemila euro a testa per animare l’atmosfera.

Il mio viaggio con Mora è iniziato nel suo ufficio, dove i visitatori sono accolti dai manifesti delle sue clienti: chi nuda e oleata, chi in topless sotto una cascata e chi si tiene i suoi seni nelle mani.

Berlusconi, con queste avvenenti ragazze che si mostrano così generosamente, ha in effetti creato una fantasia erotica di massa nei maschi Italiani”, dice.

Mora ha vinto sette Telegatti. Ora stanno tutti ordinati in una fila di ripiani accanto ad una parete coperta da monitor televisivi. In mezzo a questi una collezione di oggetti risalenti al periodo fascista.

Mussolini ha fatto un sacco di cose buone per l’Italia, ma è ricordato solo per quelle brutte che i suoi uomini han fatto – i traditori!”, dice Mora,  “così come Berlusconi ha un sacco di traditori che parlano male di lui e gli fanno brutte cose”.

Da una notevole catasta di libri, Alessandro recupera un album provvisto di lamina dorata ad assicurarne la chiusura. È  piena di foto di Mora con suoi clienti e illustri conoscenti: da Gina Lollobrigida a Billy Zane, dal Papa a Paris Hilton. Ci sono anche immagini di Mora versione drag-queen: tacchi alti, rossetto e parrucca.  “Sono bisessuale”, mi dice.

Si è sposato quando aveva 18 anni ma ha vissuto a lungo separato dalla moglie.

Si circonda costantemente di tanti giovani, molti dei quali suoi clienti, dalle sopracciglia curate e abiti molto aderenti. Un entourage che era solito seguirlo spesso alle cene ad Arcore.

Di solito Berlusconi mi chiamava verso le 8 di sera, magari appena  rientrato a casa da un viaggio all’estero, e mi chiedeva ‘Cosa stai facendo, Lele?’ Io rispondevo, ‘stasera sto a casa, ho dieci, dodici persone a cena’ e lui mi  diceva ‘allora portali tutti qui’”.

Da Berlusconi si mangia sempre italiano e tricolore. Mora illustra il menù: “Basilico, mozzarella, e pomodoro. Tre tipi di pasta, al pesto, bianca ai quattro formaggi e al pomodoro. Poi insalata (verde) e purea di patate (bianca) ad accompagnare l’arrosto (rosso)”.

Serate in cui c’era “calore, musica e un sacco di barzellette”.

In una delle intercettazioni telefoniche, Mora parla con una ragazza che sta andando a prendere per andare ad Arcore dove c’è una festa: “Hai una divisa da infermiera? Oggi metti quella”.

Poi, le dice di non indossare nulla sotto, se non giarrettiere.

Fu lì, dice Mora, che incontrò Karima el Mahroug. Lei gli raccontò la storia della sua infanzia: la violenza subita da due suoi zii e il silenzio imposto sull’accaduto dalla madre. “Battuta” regolarmente, si ribellò ai suoi genitori, di fervida fede musulmana, dicendo di volersi convertire al cristianesimo.

Prima che anche il suo avvocato la zittisse, Ruby ha rilasciato un’intervista televisiva ad uno dei fedelissimi di Berlusconi, tale Alfonso Signorini, che le ha chiesto come il padre avesse risposto alla sua conversione religiosa. “Lui ha reagito tirandomi addosso una padella di olio bollente”, ha risposto Ruby, scoprendo una cicatrice sul suo cuoio capelluto (la madre di Ruby sostiene si tratti di una voglia). Così scappò di casa, dormendo sulle panchine dei parchi e ballando nei locali notturni.

Ha raccontato di aver usato pure degli espedienti: una volta, quando un suo cliente l’ha toccata, lei ha urlato e, pur senza andare fino in fondo, è riuscita ad avere comunque i mille euro concordati.

“Gli ho raccontato la mia storia in totale onestà, tranne che per il mio nome, la mia età e il mio paese d’origine”, ha spiegato a Signorini, riferendosi al suo incontro con Berlusconi ad Arcore, il quale chiese a Mora di aiutarla a trovare un lavoro e le diede una busta, dicendole di aprirla durante il viaggio in auto verso casa.

Dentro c’erano 7.000 euro.

Gli sarò grata per tutta la mia vita perché mi ha aiutato senza chiedere nulla in cambio”, ha detto la Mahroug.

Secondo l’accusa, tra febbraio e maggio 2010, la Mahroug sarebbe stata ad Arcore almeno tredici volte. Ma Ruby dice che il Capo del Governo non “mi ha toccata nemmeno con un dito … non capisco perché si deve veder il brutto dove il brutto non c’e”.

Eppure, un’intercettazione attesta che la Mahroug riferisce ad un amico che Berlusconi le avrebbe detto: “’Ruby, ti darò quanti soldi vuoi. Ti pagherò, ti coprirò d’oro, ma la cosa importante è che tu nasconda tutto; non dire niente a nessuno’”.

Poi la Mahroug dice al suo amico di avergli chiesto cinque milioni di euro.

Mi fece tenerezza quando la incontrai”, racconta Mora nel suo ufficio, a tal punto da chiederne l’affido al tribunale. La richiesta gli fu negata e lei sistemata in una casa-famiglia.

(Ruby parla di Mora, Fede, Minetti, Berlusconi, delle cene tricolori ad Arcore, del Bunga-Bunga e di “quella” sera in Questura)

Mentre ne  parliamo, qualcuno bussa alla porta  del suo ufficio. È una ragazza con lunghi capelli castano chiaro, maglietta e jeans aderenti, stivali.

È Karima El Mahroug.

Vista in tv, sembra avere un viso da teenager su forme morbide. In persona è magra, i tratti del volto duri.

Chiede a Mora un’auto con tanto di autista, e ha bisogno di un vestito nuovo da indossare per la serata a Verona.

Appena andata via, Mora dice: “Oggi Berlusconi è più amato che mai. Il suo crimine più grande? Al massimo essersi fatto una scopata!”.

Quella sera, dopo diverse ore di traffico, siamo a Verona. Il locale è in un sotterraneo, vividamente illuminato e ricorda l’area ristorante di un aeroporto. L’aria appesantita dall’odore di bistecca proveniente da un’enorme griglia.

Mora siede a un lungo tavolo insieme ad una dozzina di giovani, tutti applaudono alla performance  di travestiti sul  palco.

In tanti si avvicinano per una foto insieme a lui o per il suo autografo.

La serata dura ore, ma di Ruby nessuna traccia.

Una volta terminata, il suo autista lo scorta verso l’auto con in mano una busta gialla zeppa di contanti, compenso per la presenza.

Mora usa un disinfettante per pulire le guance dal rossetto dei baci. “Hai visto come sono amato? nei locali posso accompagnarmi con tutti i più importanti e famosi artisti ma la gente vuole sempre farsi fotografare con me. Il più delle volte, con uno scandalo si ottiene molta più fama che lavorando duramente”.

Mora prende la sua busta.

“Non tutti i mali vengono per nuocere – dice sventolando i contanti – tutto questo grazie a Silvio Berlusconi”.

(fine dodicesima parte)

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