Gli Italiani? vittime indecise!!!

Andre Tauber è corrispondente Affari & Finanza per il Die Welt. Dopo tre anni passati a Milano si appresta a rientrare in Germania. Un nuovo lavoro lo aspetta a Monaco.

Prima di partire, però, si improvvisa imprenditore: intende vendere tutto quanto contenuto nel suo appartamento. Dai mobili agli elettrodomestici.

Facile? Meno, molto meno di quanto si possa immaginare. Anche se i prezzi di vendita sono stracciati.

Quella di Tauber è una banalissima odissea nella quotidiana vita economica di Noi Italiani: quelli che molto spesso la parola data non conta nulla, quelli che si gioca con il tempo degli altri, quelli che se non è gratis non si compra.

Quelli che l’onestà è stupidità.

Perché siamo così? forse perché, come dice Tauber, siamo vittime.

Vittime del caos eletto a sistema e di disservizi e burocrazia, le uniche imprese che fan girar soldi.

Che non si capisce se è meglio o peggio che essere perenni indecisi, figli “di ambizioni meschine, di millenarie paure, di inesauribili astuzie“.

E forse perché Noi, proprio non ne vogliamo sapere di “sparare” sul Pianista. Nemmeno se il Pianista suona male la sua musica peggiore e nemmeno se gli abbiamo fatto capire, almeno a Napoli e Milano, che proprio non se ne può più.

Per far fuori quel genere di Pianisti da casino, servirebbero molti Novecento, che gli suonassero voti contro. A raffiche. E non dovremmo nemmeno scendere dalla nave, ridotta ormai a zattera, o lasciare il Paese che è anche Nostro in cerca di speranza.

Meglio presto, però. Che c’è “il giallo lampeggiante dopo l’ora di cena, come l’ora di cena, quando il giallo lampeggia, e non hai neanche il pane da mangiare“.

Questi Pianisti da casino non hanno capito che “una musica può FARE” ma non il culo di Noialtri come fanno loro, piuttosto tipo “salvar(c)i sull’orlo del precipizio“.

Gli Italiani? vittime indecise!!!

traduzione di ” THE ITALIAN ECONOMY, UP CLOSE AND PERSONAL”  di Andre Tauber per DIE WELT/Worldcrunch, 3 luglio 2011

Il pomeriggio è piacevole e siamo al bar. Lei ha occhi castani, belli come il resto, sorseggia un Aperol Spritz, ma non mi prende sul serio. “Non è poi tutto questo affare, è solo un frigo”, dice. Io bevo una birra.

A tutti quelli che incontro in questi giorni, dico che sto vendendo mobili ed elettrodomestici. Nonostante un interesse iniziale, tutti i potenziali acquirenti si defilano.

Che razza di Paese è questo, dove nessuno vuole fissare un appuntamento?” Lei alza gli occhi, “andiamo – dice – tranquillo. Tranquillo!

Ho passato tre anni a Milano, a scrivere per il Die Welt sulle banche, l’industria e la politica economica italiana.

Tra poco andrò a Monaco per continuare a lavorare come giornalista economico ma mi piace muovermi leggero.

Ecco perché non voglio avere frigo, lavatrice, mobili ed arredi vari a seguirmi in camion attraverso le Alpi.

Ecco perché vendo tutto.

Non avrei mai pensato che la mia attività  imprenditoriale di vendita mi avrebbe insegnato una nuova e ultima lezione circa le regole della vita economica italiana.

Eppure, come ho purtroppo scritto spesso, nella classifica dei Paesi in cui è più agevole fare affari, a cura della Banca Mondiale, l’Italia è 80^, piuttosto lontana da Regno Unito, Germania e Spagna.

Difficile davvero fare affari qui, anche se si tratta soltanto di disfarsi di qualche pezzo d’arredamento e qualche elettrodomestico.

– 37 (giorni prima di lasciare Milano per Monaco)

 Ricevo una telefonata. “Ciao – dice una voce dal tono amichevole – ho visto il tuo annuncio. Mi piacerebbe comprare tutto”.

Notizia favolosa! Ho postato in Rete le foto delle mie cose solo poche ore fa!!! Se Silvia, questo il suo nome, si prende tutto, avrà uno sconto del 10%.

Quando vuoi passare?”, le chiedo. “Uhh, devo venire?”, mi fa.
Certo, come fai a decidere se non dai un’occhiata alla roba? Che ne dici della prossima settimana?”, le chiedo.“La prossima settimana è un po’ tardi–  risponde – tienimi tutto da parte, va bene domani?

Ci accordiamo per le 18,00.

Il giorno dopo, lascio l’ufficio in anticipo per essere a casa alle 17,45. Mi squilla il telefono.

Silvia. “Temo di non far in tempo, sono trattenuta al lavoro”. Nascondo il mio disappunto, ci accordiamo per il prossimo sabato e le prometto che le terrò tutto da parte almeno fino ad allora.

Percorsi legali 

Sabato, il tempo è fantastico, giornata perfetta per gita al mare o in montagna.

Mi sa che l’ha pensato anche Silvia, o almeno sembra, visto che non si è fatta vedere e non risponde ai messaggi.

Tre giorni più tardi, mi spiega che è dovuta andare a Firenze per lavoro e non aveva credito per chiamarmi.

Chiede se possiamo fissare un altro appuntamento. Le dico che può scordarselo. Non sembra essere un “essere” affidabile, almeno per fare affari.

Un avvocato amico mio mi informa che in base agli accordi presi, lei sarebbe obbligata all’acquisto delle cose. “Sì, certo – dico io – ed esattamente come potrei obbligarla a rispettare la parola data?

Gli stranieri che lavorano per imprese straniere in Italia si lamentano tutti di una cosa: la mancanza di certezza del diritto, dovuta fondamentalmente alla lentezza del sistema giudiziario.

Una società che, per esempio, intenda recuperare i suoi crediti, impiega in media quattro anni in procedure varie ed eventuali ma potrebbe anche essere “costretta” –  nel caso in cui il debitore fallisca – ad investire una cifra pari a circa un terzo dell’ammontare del credito che gli è dovuto in avvocati e spese di giustizia.

Il che basterebbe a spiegare perché la Banca Mondiale mette l’Italia in posizione numero 157 per quanto riguarda l’affidabilità del sistema nelle questioni di “esecuzioni contrattuali”.

Dietro Pakistan, Togo e Iraq.

Il Fot(t)ovoltaico

Anche la politica ha la sua responsabilità nell’eleggere il caos a sistema.

Ecco un esempio: l’Italia ha creato molto interesse attorno al settore del fotovoltaico. Promettendo cospicui incentivi economici, è riuscita ad attirare persino l’interesse delle imprese tedesche.

Poi … ecco arrivare le incertezze sugli aiuti e modalità circa la loro concessione. Gli incentivi promessi hanno cessato di essere considerati una priorità e così il valore delle azioni delle società italiane che investono in fotovoltaico sono crollate. Dopotutto, perché aiutare gli investimenti in energie rinnovabili e/o altenative?

L’Italia, con il suo sole,  sarà pure una terra ideale per il fotovoltaico ma il suo “clima” è ben lontano dall’essere stabile abbastanza da attrarre gli investimenti stranieri.

Cui prodest?

Chi trae profitto da una situazione come questa? Gli avvocati e, naturalmente, chi non rispetta le regole. Sono loro i veri premiati per il loro comportamento. D’altronde, quante volte Berlusconi ha bypassato le accuse di falso in bilancio e frode fiscale?

In Italia, l’onestà è spesso identificata con la stupidità.

29 (giorni prima di lasciare Milano per Monaco)

Una voce cordiale mi dice, “ciao, sono Angelo, stiamo arredando casa e avremmo bisogno di un sacco di cose”.

Questa volta faccio capire di aver imparato la lezione; non metterò da parte nulla fino a quando non avrò almeno un acconto in contanti.

Angelo arriva il giorno stesso e paga un acconto per il frigo e l’armadio di cucina.

La tattica funziona.

Un paio di giorni dopo, chiamo Angelo e gli chiedo come stanno le cose. “Prendo il frigorifero”, dice. “E l’armadio?”, chiedo. “Non lo so. Il padrone di casa da cui abbiamo affittato non ci ha ancora dato la disponibilità dell’appartamento”.

Mi dispiace per la sua situazione, ma mi girano le palle e la credenza torna in vendita.

La Giovine Italia: non solo cocchi di mamma

In realtà, Angelo può già ritenersi fortunato ad avere bisogno del frigo. Molti italiani alla sua età devono vivere con i genitori.

Il 90% dei giovani di età compresa fra i 21 e 24 anni vivono con i genitori, così come il 38% di quelli fra i 30 e i 34 anni.

Eppure, non si tratta affatto di bamboccioni,  che se la prendono comoda mentre alloggiano all’Hotel Mamma.

Si tratta di vittime dello status quo.

I lavoratori oltre i 40 anni, soprattutto se alle dipendenze di società di medie-grandi dimensioni, hanno buone possibilità di “mantenere” il loro posto, (nel loro caso l’azione dei sindacati è abbastanza efficace), e finora nessun governo ha osato fare “scherzi” a questo “fossilizzato” mercato del lavoro.

I giovani invece, loro una lobby non ce l’hanno.

Loro passano anni a fare stage pagati più nulla che poco.

Loro sono generazioni in croce: il basso tasso di crescita economica non consente la creazione di posti di lavoro di cui hanno bisogno.

Nel mondo, solo  Haiti ha un tasso di crescita più lento di quello Italiano.

L’esempio di Maria

Ora: sarebbe scortese da parte mia fare qualsiasi tipo di collegamento tra il passo da lumaca con cui l’Italia si muove e Maria. Il fatto è che Maria è davvero incredibilmente lenta. Lei ed io abbiamo una relazione molto intensa. Via Internet.

Nella sua prima e-mail, mi dice che è molto interessata agli oggetti che ho in vendita. In particolare vorrebbe il letto che, materasso compreso, vendo a 19 euro.

Supponevo che a quel prezzo qualsiasi decisione fosse ben più che rapida. Non per Maria. Lei fa una domanda dopo l’altra, colore del legno, solidità delle doghe … insomma 18 mail in tutto.

Sembra siamo finalmente d’accordo per vederci di venerdì, invece mi arriva una mail dove suggerisce di spostare l’incontro a sabato.

Solo se sei davvero intenzionata a venire” le scrivo. Risponde la mattina dopo. È misteriosa, scrive che le cose “sono appese ad un filo”.

Non si presenta.

Pensieri e azioni

In Italia, alle parole, troppo spesso non segue azione.

In tutto il Paese, ci sono progetti per strade, centrali elettriche, inceneritori, binari ferroviari.

Tutto sembra in divenire ma solo poco si realizza davvero.

Il Nimby Forum ha documentato questi casi. In inglese,”nimby” sta per “non nel cortile di casa mia” e il termine descrive l’atteggiamento di molti italiani secondo cui strade e binari sono una bella cosa a condizione che il tutto sia costruito lontano da dove vivono.

Beh, il Nimby Forum ha registrato 320 progetti di costruzione che, al momento, sono accantonati.

Tuttavia, sarebbe ingiusto attribuire la responsabilità di questo alla sola ostruzione dei cittadini perché in Italia, se c’è volontà politica di fare qualcosa, la si fa. A prescindere da qualunque e qualsiasi opposizione, come dimostrato ampiamente dal nuovo inceneritore a Napoli.

In questo senso Maria si rivela un caso esemplare: appena un’ora dopo averle comunicato che preferivo buttare il letto nella spazzatura piuttosto che perdere altro tempo per 19 euro, le figlie erano da me a smantellare il letto.

Il frigo e i Titoli di Stato Italiani

È lunedì, e l’appartamento è praticamente vuoto. Tutto il vino, andato, le scorte di pasta, riso, farina, olio, aceto e spezie, finite in un appartamento che fa da comune, nel palazzo stesso.

Saranno giusto un paio di scatole di imballaggio ad accompagnarmi a Monaco di Baviera.

In compenso il frigorifero è ancora qui.

La ragazza di Angelo mi dice che verrà a prenderlo questa sera. Considerato che Angelo non verrà e che la sua ragazza non ha il mezzo, non so come farà.

Poi, mi dico,  “Tranquillo. In qualche modo si farà!“.

Tranquillo”, quello al bar è stato probabilmente il miglior consiglio ricevuto. Uno di quei consigli dettati dall’esperienza.

In Italia, le cose succedono spesso all’ultimo momento. Perciò ho fede che la ragazza di Angelo verrà, “compresa” di un paio di ragazzi belli forti e un furgone e perciò decido di investire quanto ricavato dalla vendita delle mie cose in titoli di Stato Italiani.

Negli anni ’90, l’Italia è in qualche modo riuscita a evitare il fallimento e sono certo che, nonostante l’attuale record del debito pubblico, saranno in grado di evitarlo ancora.

THE END

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