Ultima Stazione?intanto si celebra la deposizione di Berlusconi dalla Croce del Debito.

editoriale

Il modo in cui Berlusconi è stato “cacciato” non mi ha accontentato. Tutti a festeggiare, come se fossimo stati noi a farlo. Eppure non mi risulta di essere stato “chiamato” a votare. Ne mi risulta sia stato chiamato qualcun’altro. Ancora una volta l’elettore continua a contare meno di zero. Qualcosa di cui proprio non riesco a rallegrarmi.

E poi … Monti. Chi lo ha deciso debba stare là? no, dico davvero. Chi? c’è sul serio qualcuno che lo trova rassicurante? il consigliere di una banca sotto inchiesta negli USA per frode? però… credo di sapere il perchè di un tecnocrate come Monti. E mi sa che ha a che fare con il debito che “abbiamo da pagare”.

In effetti, rassicurare i mercati non è altro che garantire che i cittadini paghino.

Prima di tutto.

Anche prima di trovare lavoro, di produrre reddito.

Prima di poter avere qualcosa da mettere in tavola.

I miei complimenti a chi ha festeggiato. Sia per Berlusconi ufficializzato martire che per i Monti che non sono più Tre. Aspetto ancora di vederne il guadagno.

Per ora, da un indecente presidente del Consiglio inabile a governare, siamo passati a un Presidente di un Consiglio che sa più di Banchieri che di Ministri.

Semplicemente, un’altra memorabile pagina di storia democratica italiana.No?

BERLUSCONI A CASA. FINITA L’ERA DEL PAGLIACCIO SESSISTA. MA FU DAVVERO CAUSA DI TUTTI I MALI?

traduzione di Berlusconi Exits, and an Era of Sexist Buffoonery Is Overdi Lawrence Osborne per il The Daily Beast, 17/11/2011

Finalmente, e forse fortunatamente, il politico al Viagra, l’imbonitore da opera buffa ha lasciato la guida del governo, impallinato da una manipolo di banchieri e qualche leader europeo che ne hanno sempre disprezzato la vena populista. Celebrazioni e autocongratulazioni ovunque. Tutti a lanciare il sasso senza nascondere la mano: Berlusconi fuori dalla scena non potrà che far bene all’Italia.

Posto il pressochè unanime e a lungo condiviso disgusto per l’ormai ex-Presidente del Consiglio, che la dice lunga almeno sul numero e tenacia dei suoi detrattori, la valanga di sentite condanne piovute sull’ affascinante testa con impianti dell’ex premier impone una riflessione.

Per il Washington Post, la realtà è atterrata in Italia. Ma è davvero così?  Berlusconi è sempre stato odiato, ed il sospetto che ne sia sempre stato orgoglioso non manca di elementi a favore.

Fin dall’inizio – primi anni ’90 – fu detestato dalla Sinistra e da quasi tutti i “bien-pensant” per le sue promesse: riforme nel giurassico settore del mercato del lavoro e in quello di un’ economia governata da burocrazia e corporazioni. Ora, quasi vent’anni dopo, è duramente e unanimamente condannato per non averle mantenute. Non solo e soltanto condannato in effetti, ma soprattutto in realtà deposto.

Che fosse stato eletto? Non conta.

Eppure … da quando in qua, un pugno di banchieri, qualche manciata di burocrati di Bruxelles, e qualche pizzico di leader di altri Paesi hanno acquisito il diritto di cucinare alla brace un leader di governo democraticamente eletto?

Berlusconi, il suo monopolio nel settore dei media, le sue messinscene da avanspettacolo, le sue gratuite volgarità e alcune sue poco trasparenti operazioni finanziarie sono certo tutte cose discutibilissime e, a scanso di equivoci, discutibilissime è un eufemismo. Ma il punto è che – posto si tratta di elementi ciascuno dei quali sufficiente, in altri Paesi, a provocare la rovina politica di chiunque – pur potendo e/o dovendo, non sono stati la causa della sua caduta.

Berlusconi è ora ancora più vicino all’ex premier Thailandese e barone dei media Thaksin Shinawatra (soprannominato il Berlusconi d’Asia), tanto detestato dalle classi medie almeno quanto (se non di più) adorato da quelle proletarie degli operai che lo votarono. Anche Thaksin è stato rimosso con un incruento colpo di stato, ma del sangue è stato versato, quando i suoi sostenitori infuriati sono arrivati a Bangkok.

Non sarà il caso di fare maggiore attenzione a queste deposizioni non decise dalla sovranità popolare?.

In Thailandia, come in Italia, estetico disprezzo di classe borghese e indignazione morale sono stati confusi con i problemi strutturali di una nazione che l‘opinione pubblica mondiale (dietro la sua stampa) ha semplicisticamente incarnato nel personaggio dello sgradevole leader.

Ma le due cose sono lontane che più non potrebbero.

La “deposizione” di Thaksin non solo non ha risolto il conflitto di classe in Thailandia, ma lo ha intensificato. Allo stesso modo, i problemi strutturali dell’Italia – il suo enorme debito pubblico ed il fatto che l’economia del Paese, Zimbawe a parte, sia cresciuta meno di qualsiasi altra economia del mondo  negli ultimi dieci anni – hanno a che fare con Berlusconi meno di quanto pensiamo, nonostante gli argomenti offerti negli ultimi anni  dall’Economist e innumerevoli altri commentatori.

Lo stato italiano è stato un colosso burocratico corrotto fin dall’inizio. Chi ha fatto meno peggio di Berlusconi? Mussolini? Insomma, Berlusconi è davvero in qualche modo più corrotto di chi lo ha preceduto? Qualcuno ha presente Il Divo? Il film che descrive con ira selvaggia e arguzia la vita politica  di Andreotti  anni ’70? Berlusconi non si giustifica, ne lo si può giustificare, per aver messo in ridicolo tutta l’Italia e i suoi cittadini che … non è detto possano fare di meglio in futuro. No davvero.

Ciononostante, dovremmo essere tutti particolarmente cauti nell’antropomorfizzare le disfunzioni di una nazione.

Basti pensare all’ossessione dell’opinione pubblica per il bunga bunga di Berlusconi rispolverata per l’occasione, a ricordare che il Grande Seduttore decaduto è l’incarnazione di  una cultura maschilista che tratta le donne come cittadini di seconda classe e che la sua rimozione è stata perciò una punizione adeguata.

Le sue buffonate scandalose con più o meno improvvisate squillo minorenni – l’incarnazione stessa, così ci viene detto, della peggior arretratezza sessista d’Italia – sono spesso state parte di elenchi di motivi posti a causa della paralisi economica del Paese.Tuttavia la connessione tra sesso, piùomenoputtane ed economia resta discutibile .

Barbie Latza Nadeau, nel suo recente articolo “Non solo un ciarlatano qualunque”  –  spiegando la mancanza di efficienza e competitività economica italiana – ha sottolineato che il World Economic Forum, nel suo rapporto 2010 sulle sperequazioni di genere nel Mondo, ha sistemato l’Italia al 74° posto quanto ad opportunità offerte alle donne. Sotto paesi quali Cuba e Venezuela.

Secondo Nadeau tutto ha quindi un senso:  Berlusconi andava cacciato perché il suo sfacciato sessismo – trasmesso direttamente nei salotti degli italiani con il quasi 95% di controllo sui media – lo paralizzava economicamente. Con il suo esempio, ha scritto Nadeau, per quasi due decenni Berlusconi ha spinto gli italiani ad evadere le tasse  e a tradire il proprio coniuge, facendo passare le due cose come un costume degli italiani. Lui, che conosce bene il modo di pensare degli italiani, perché in parte responsabile della sua creazione attraverso la sua influenza dei media. Ma tutto questo non è che ingenuo.

Quando gli italiani si sono comportati diversamente? Non è che si tratta di tradizioni più che di recenti costumi? Un centinaio di anni fa, i visitatori di lingua inglese erano già colpiti da una immoralità italiana non priva di fascino. Non pagare le tasse e onorare le promesse matrimoniali è il minimo.

Nadeau cita il giornalista Beppe Severgnini che a proposito di Berlusconi ha scritto di una sua passione senza limiti e varia: dall’idealizzazione della giovinezza al valore commerciale della bellezza, dal corteggiamento delle donne all’orgoglio del macho. Ha alimentato sogni ad occhi aperti, fornendo giustificazioni per desideri socialmente inappropriati.

Ma questo accade ovunque. Se consideriamo lo studio delle Nazioni Unite sulle sperequazioni di genere, si potrebbe semplicemente affermare che, imbrogli politici a parte, un Paese al 74° posto della classifica sul gap di genere, non potrebbe essere una potenza  economica globale.

In realtà è proprio il contrario.

La Cina, 61^ nella classifica di gap, è di gran lunga l’economia a più alto tasso di crescita del mondo seguita dall’’India che sta in 113^ posizione nella classifica di gap. La terza economia per tasso di crescita, la Turchia, si trova ancora più in basso nella classifica di gap: un davvero miserabile 122° posto. Il Giappone? Novantottesimo.

E quindi … cosa ci dicono questi dati sulla malata Italia di Berlusconi? In effetti niente, se consideriamo che l’Islanda– al primo posto nella classifica del gap di genere – è stata ufficialmente  dichiarato fallito lo scorso anno (ma, e va sottolienato, il Governo islandese ha disposto le inchieste per determinare giuridicamente le responsabilità civili e penali della crisi. Sono stati emessi i primi mandati di arresto per diversi banchieri e membri dell’esecutivo. L’Interpol è incaricata di ricercare e catturare i condannati: tutti i banchieri implicati hanno abbandonano l’Islanda. Nell’aprile 2011 l’Islanda con un secondo referendum ha respinto la richiesta di Olanda e Gran Bretagna per la rifusione del debito. Entrambe le nazioni hanno intentato causa. Questi fatti non confliggono con la richiesta di ammissione all’Unione Europea dell’Islanda, fonte Wikipedia).

Lo stato delle Filippine è 8°, Lesotho 9°, Burundi 24°, Mozambico 26°. Persino Kazakhstan e Tanzania stanno in posizioni significativamente migliori rispetto all’Italia di Berlusconi. Certo, dev’essere una bella vita per le donne di Bujumbura, Almaty e Maputo, e certo non farebbero a cambio con Roma o Venezia. O forse si?

Chi conosce davvero bene l’Italia sa che si tratta di un un matriarcato da cima a fondo. A differenza di Kazakistan e Lesotho, l’Italia è un paese segretamente gestito dalle donne. Sono tante le donne italiane che ritengono la “politica” sessuale italiana repellente e triste. Chi può biasimarle? Eppure, elegantemente, evitano sia di collegare i problemi finanziari degli USA alle statistiche relative allo stupro (stratosferiche  rispetto agli standard italiani), sia facili ma per nulla gratuiti riferimenti a chi, nello Studio Ovale, si avvalse dei servizi orali di una stagista. Misericordiose, almeno quanto educate, non parlano degli Stati Uniti dei Peggiori Istinti, non  parlano della sessualità USA a tutti. Forse perchè gli USA non ne hanno ma … pensate a quanto si potrebbero divertire a farlo.

Ecco, forse, un punto importante. Ciò che provoca maggior risentimento nei confronti di Berlusconi è la sua volgare impudenza, la sua insolente ignoranza del pentimento. È la sua sfrontatezza a far infuriare.

Negli USA, quando i politici sono coinvolti in scandali a sfondo sessuale, godiamo di pietose conferenze stampa in cui i peccatori – per lo più maschi – si umiliano di fronte all’opinione pubblica scandalizzata offrendo scuse e dimissioni. A quella italiana, Berlusconi offre il dito medio e l’apostrofa come ipocrita. Una cosa antipatica che getta discredito sulla nostra virtù  collettiva.

Ora, è solo acqua passata. Questa libidinosa incarnazione machista è stata cacciata. Ma, ed è bene non dimenticarlo, solo per salvare un Euro fatiscente. Nessun altro motivo se non quello. Un’ennesimo gioco di prestigio. Perchè la crisi dell’Euro non ha nulla a che fare con  Berlusconi, ne con le sue scorpacciate di fica fresca o tantomeno con l’essere stato il leader di una nazione che è al 74° posto in classifica di gap di genere.

La verità è che c’è un debito del 120% rispetto al Pil e un’economia largamente impossibilitata ad essere realmente competitiva. Berlusconi, è vero, non ha risolto il problema. Ma certo non ne è la causa. La sua ossessione per il sesso è fuori luogo. Ma resta estranea alla sua “deposizione” e certo non è tra le cause della crisi. Lo squilibrio tra deficit e produttività, gli sprechi nel pubblico, la burocratizzazione dell’economia anche nel quotidiano: nemmeno queste cose appartengono solo all’Italia. Sono comuni alla crisi dell’Occidente.

Tuttavia, l’Italia sarà ora governata da Mario Monti, una lunga carriera da tecnocrate economista. Il tipo di uomo che le classi medie trovano rassicurante. Difficile immaginarlo ingoiare una pillola blu e  saltare in una vasca idromassaggio insieme ad una una porno star.

Qui, negli USA, siamo contenti. Mario Monti sembra un buon manager capace ed ha, almeno secondo la stampa, le giuste credenziali. Berlusconi si è davvero dimostrato inadatto al governo. Ma è bene che non sfugga alla nostra attenzione un altro punto importante: sono stati proprio funzionari ed economisti alla Monti ad aver creato tutto questo casino con l’Euro.

In altre parole, per quanto asessuati e rassicuranti, per quanto incapaci di peccare possano sembrare, i tecnocrati hanno comunque riservato il trattamento reale al nostro culo.

In Italia i problemi rimarranno come hanno sempre “fatto”. La differenza è che Berlusconi svolgerà il ruolo di capro espiatorio e di vittima sacrificale senza averne tutti i torti quando lo (e) si (auto) dipingerà come un martire sull’altare di un Paese in rovina.

Quanto alla Storia … forse dirà la verità: non furono gli italiani e la loro volontà sovrana a cacciarlo ma un tribunale composto da “opinionisti d’elite”: bancheri, alti burocrati e qualche leader Europeo.

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