IO, FIGLIA DI UNA MACCHINA DI MORTE

Chi la corteggiava veniva menato. I suoi amici “spaventati”. E dopo che qualcuno cercò di violentarla, Little Linda Schiro fece conoscenza con la Mafia, il suo codice e … suo padre.

FIGLIA DI UNA KILLING MACHINE

da “Mafia daughter says dad was Grim Reaper” di Brad HAMILTON per il New York Post, 27 05 2012

Greg Scarpa alias La Grande Mietitrice e/o Cappellaio Matto

“Little” Linda Schiro è in compagnia del suo ragazzo di Brooklyn quando decide di fumarsi la sua prima canna. Avere 14 anni nel 1983 e studiare in una scuola cattolica del Midwood non doveva sembrarle eccitante abbastanza. Quando in qualche modo lo scopre, il padre la prende come la prenderebbe un qualsiasi padre non proprio … qualsiasi.

Carmine Persico

Greg Scarpa, uno dei “bravi ragazzi” più temuti della storia della mala newyorkese, caporegime della famiglia mafiosa dei Colombo dell’ Era Persico, e tu, teenager del cazzo di Brooklyn, “fai fumare” alla figlia un po’ d’erba? proprio non si fa. Proprio non hai capito.

Il ragazzo viene rintracciato e pestato in faccia fino a ridurla ad una pappa di carne fresca.

Il padre del ragazzo, anche lui non un padre qualsiasi, pure lui la prende male: quella faccia ridotta in poltiglia non è abbastanza e perciò piglia il figlio e si reca a casa di Little Linda che …  bisogna assolutamente chiedere scusa a Greg Scarpa per l’offesa.

Ma a Greg non è ancora passata. Il padre e le sue scuse sono ignorate, il figlio spinto verso le scale – salite tipo rana – per il piano di sopra ed esposto agli occhi terrorizzati della figlia.

Sentir il padre dire “Ecco cosa succede a chi da erba a mia figlia” è una delle due cose che di quel giorno la Schiro ricorda. “Come sopravvisse, proprio non lo so. Lo pestarono a sangue“. L’altra è che dal giorno non ha mai più toccato erba.

Dopo quasi 30 anni, Little Linda, che oggi di anni ne ha 42, ha scelto di raccontare e raccontarsi  in un libro che parla di lei e della sua famiglia.

Il padre fu un personaggio leggendario che si vantava di aver smesso di contare a 50 il numero delle persone ammazzate. Immancabili i soprannomi: “La Grande Mietitrice” e “Il Cappellaio Matto.” Ma lui, Greg, amava autodefinirsi come una “macchina da omicidi” tanto da firmarsi KM (Killing Machine) nelle lettere che spediva ai suoi familiari. Oltre agli omicidi, ai racconti di ammazzamenti e sparatorie, c’erano i milioni  di dollari da traffico di droga, da scommesse, estorsioni ed usura. La posizione di caporegime, Gregory Scarpa – emigrato da Lorenzaga, piccola frazione del comune veneto di Motta di Livenza – se l’era guadagnata sul campo.

Per Linda “è stato come crescere con un serial killer. Poteva andare uccidere qualcuno e cinque minuti dopo sedersi con me e mio fratello a guardare la  Ruota della Fortuna in tv “. Tra le vittime pure Sal, il fratello di Greg. Almeno è così che crede Linda.

Ma tra tutte le storie, quella che continua a “visitarla” tutt’oggi, quella più brutale … no, non è quella dell’erba, ma in comune con questa c’è il 1983.

Little Linda ha appena cominciato il suo nuovo anno alla Bishop Ford High School, scuola cattolica romana di Brooklyn [quella dove i R.E.M. avrebbero girato – regia di Michael Moore – il video della fantastica “All the Way to Reno (You’re Gonna Be a Star)”]. Nella vicina McDonald Avenue c’è un servizio di noleggio berline con tanto di autista e gli Scarpa se ne servono per far portare Little Linda e suo fratello minore Joey a scuola.

Di solito al volante della berlina c’è un certo Josè che, come autista, è di tutto rispetto ma ha il “difetto” di essere un giovane di etnia ispanica ed è  probabile che non solo non abbia idea di chi sia Greg Scarpa ma soprattutto … che non abbia ancora avuto l’opportunità di imparare a spese di qualcun’altro che una vita umana è spesso appesa al filo di un’informazione quindi: quella è solo una quattordicenne qualsiasi che sta venendo su bene.

Little Linda con il padre a 12 anni

Quella mattina il fratello di Piccola Linda è malato. Quella mattina Little Linda è sola e Josè si lancia: “Visto che sei sola, perché non ti siedi davanti!?”. Little Linda, in regolare divisa con tanto di camicetta, minigonna e fuseau dice un “sì” che Josè non ascolta. Lo ha sentito, certo,  ma non ha colto l’innocenza di quel “si” perchè Josè è da mo’ che si è infilato dentro la propria testa a recitare nel film con lui protagonista che si fa la scolaretta. Josè è già nel mondo dei latini arrapati che la metà basta.

Nel film, Little linda – per delle ragioni che la sceneggiatura trascura –  non vede l’ora di farsi mettere le mani addosso dall’affascinante autista che quindi, invece che per la scuola, dirige la berlina verso una zona isolata del Prospect Park, un grande parco con tanto di lago poco distante dalla scuola del Vescovo Ford.

Spegne il motore, con una mano comincia a sbottonarle la camicetta e con l’altra le prende una mano e comincia a  leccargliela.

Sudava tutto. Gli sentivo il respiro sul collo. Era disgustoso”,ricorda Little Linda.

Poi, una piccola grande bugia. Una di quelle che ti salvano da uno stupro. “No Josè, non così. Facciamo dopo la scuola”.

A scuola, in preda ad un pianto isterico Little Linda chiama casa dove risponde l’altra Linda, sua madre – detta Big Linda – che ascolta la figlia fino alla fine. Poi chiude, prende un coltello si dirige verso il servizio di noleggio auto della McDonald Avenue che ha in carico il servizio di trasporto dei figli. È decisa ad ottenere il nome dell’autista che quel giorno ha portato la figlia a scuola. Anche il marito, messo al corrente della vicenda, si dirige verso McDonald Avenue con una mazza. Anche lui vuole il nome dell’autista.

Lo ottiene.

Con i suoi uomini sfreccia verso casa di un tale Josè Guzman dalle parti di Sunset Park, sfoggia quella capacità di “persuadere” tipica della mala in vario modo organizzata, e lo convince ad uscire per accompagnarlo a fare due passi nel vicino parco dove per il semaforo degli scagnozzi del boss è luce verde.

Josè “si” rompe in varie parti, tra cui naso, polso e costole ma si prende la soddifazione di spaccare con il suo giovane resistente corpo la mazza di Scarpa. “Avrei dovuto ucciderlo quel figlio di puttana“. Così parlò Scarpa, secondo un testimone.

Non che non successe. Greg Scarpa: padre, boss e pure “profeta”.

La famiglia Scarpa continuò a servirsi dello stesso servizio di noleggio berlina per il trasporto dei figli fino a quando, due settimane dopo, Josè non capitò di turno proprio a casa Scarpa.

Forse, l’ultima corsa di Josè, di sicuro il suo ultimo giorno di lavoro. Niente pensione per lui, ucciso a Brooklyn nella 62sima Bensonhurst – a sud di Prospect Park – in pieno giorno dal primogenito di Scarpa, Greg Junior, mentre implorava per la sua vita. Nessuno vide niente. Non ci fu nemmeno un indagato.

John Travolta, ai tempi de “La febbre del sabato sera” che mangia nel quartiere Bensonhurst di Brooklyn.

Quando Greg Senior seppe del “lavoro” fatto, disse alla Piccola Linda che non si sarebbe più dovuta preoccupare di Josè.

Ma Linda è ancora piccola davvero, ha solo 14 anni quindi è: “Papà, cosa vuoi dire?

Sembra che il padre non le rispose ma il senso di quelle parole lo venne presto a comprendere. Dal salotto di casa Scarpa le giunse il racconto di chi Josè lo aveva ammazzato. E come. Il racconto della morte violenta di un autista spagnolo. Di un uomo che, capito ciò che sta per accadergli, cerca di fuggire a morte certa abbandonando l’auto di servizio nella speranza di sfuggire alla traiettoria dei proiettili. Di Josè morto ammazzato sparato in testa.

Sapevo che era vero. Il giorno dopo era sui giornali. Mi sono sentita in colpa. Non volevo fosse ucciso ma cosa avrei dovuto fare? Dir nulla”.

Tra coloro i quali hanno pagato per “offese minori” alla Piccola Linda c’è un corteggiatore reo di essersi fatto notare dagli uomini di Scarpa mentre la baciava in strada. Quella volta fu ancora caccia all’uomo. “Lo trovarono in un locale e lo picchiarono a sangue. E per cosa? Ero io che lo stavo baciando”.

Basta. Tempo di andar via di casa. A Little Linda torna in mente che non fa Scarpa di cognome. Quella bestia era solo il suo patrigno.  Lei di cognome fa Schiro, come in effetti la Grande Linda che allora risultava ancora sposata con Charlie Schiro, anche se i due vivevano da tempo separati. Lui si era rifatto una vita nel New Jersey mentre Big Linda divenne la convivente di Scarpa e sua consigliori per le questioni inerenti la famiglia Colombo.

Chiamai mio padre e gli dissi che volevo andare a vivere con lui. Quando lo dissi a Greg lui si disperò e pianse. Gli dissi che lo odiavo e che volevo andare a vivere con il mio vero padre. Lui mi disse che non potevo, e che in realtà era lui il mio vero padre ed io: ‘Come hai potuto mentirmi tutti questi anni?‘ “.

Greg, un motivo per mentire lo aveva, e pure importante. Quando Little Linda venne alla luce, sia Greg che Big Linda erano già sposati e la Mafia, come qualsiasi altra organizzazione, legale o meno, ha le sue leggi: il divorzio non era un’opzione. Avere figli fuori dal matrimonio fuori questione, anche se è ciò che effettivamente avvenne. Da allora, Little Linda, nel mentre diventata 16enne, si è sempre rivolta direttamente a Greg per qualsiasi dubbio, perplessità e … reclami.

Prima andavo sempre da mia madre e lei riferiva a mio padre. Così la tagliai fuori. È quella fu la svolta del rapporto con mio padre”.

Greg Scarpa e Big Linda ai “tempi d’oro”

Little Linda aveva la “sensazione”, quella di non piacere a nessuno. Eppure aveva tutto per essere considerata una teenager interessante. “Gli chiesi ‘Cosa c’è di sbagliato in me? Sono brutta? Eppure nessuno vuole uscire con me’. Lui rise e  mi chiese ‘lo sai chi sono io?’ “. Ci mise ancora qualche mese a realizzare chi fosse davvero il padre ma poi cominciò vederlo sotto una nuova luce.

Mio padre non era il solito gangster. Ci metteva al corrente di ciò che succedeva, gli affari, se c’era bisogno di colpire qualcuno.Non che non avessi timore di raccontargli le cose ma mi sentivo troppo la cocca di papà e lui era così carino e premuroso con noi …”.

Al culmine della guerra interna al clan dei Colombo, il padre passava giornate fuori alla ricerca degli scissionisti da far fuori. Una notte rientrò a casa raggiante per aver eliminato un’importante esponente degli scissionisti guidati da Victor Orena, un consigliere di nome Nicholas Grancio detto Nicky Black. “Ricordo che dopo aver ucciso Nicky Black era così eccitato. ‘Gli ho levato il naso dalla faccia’, ci disse”.

Un investigatore esamina la scena di un  crimine. Il cadavere in auto è quello di Nicholas “Nicky Black” Grancio, ucciso al volante sulla McDonald Avenue nel Gravesend, Brooklyn NY, il  7/01/92.

Ma “papà” custodiva un segreto.

Ci diceva che era James Bond. Lui adorava quei film. ‘Cosa vuoi dire, che sei un agente?’ gli chiesi. E lui, ‘Sono Bond, Greg Bond’ “.

In realtà l’unico agente e ospite frequente in casa Scarpa era Lindley DeVecchio dell’FBI. Una volta capitò che Little Linda rispose al telefono e poi a voce alta: “C’è Lin al telefono!”e Greg disse: “La prossima volta vieni a chiamarmi, non urlare mai il suo nome. “Perchè?” chiese la figlia. “Fai proprio un sacco di domande, piccola!”disse Greg che non potendo resistere alle richieste della figlia spiegò che Lin era il suo capo quindi “mai menzionare il suo nome se non con me e mai fuori di casa”.

A. Goodman J.E. Chaney e M. Schwerner, i 3 attivisti per i diritti civili uccisi nel ’64 in Mississippi

Eccolo il segreto di Scarpa: informatore dell’FBI ma non solo. Scarpa non avrebbe mai accostato il suo nome a quello di 007 per il solo fatto di dare informazioni. Lui, per i Federali, faceva pure i lavori sporchi.

Arrestato nel ’62, aveva evitato il carcere diventando un loro collaboratore. Nel ’64, per loro si era recato nello stato del Mississippi per capire cosa era successo a tre attivisti per i diritti civili spariti senza lasciare traccia e che si riteneva fossero stati uccisi. Occorreva qualcuno che usasse metodi illegali di interrogatorio e i Federali non volevano sporcarsi le mani. Per tenerle pulite, dotarono lo Scarpa di pistola e soldi che li usò  piuttosto bene: individuò un esponente del Ku Klux Clan, lo rapì e si fece dire dove erano sepolti i cadaveri degli attivisti. Dal 1980 divenne regolare informatore a libro paga di Lindley DeVecchio che pare gli abbia dato via libera per la mattanza interna alla famiglia Colombo dei primi anni ’90.Anni dopo, DeVecchio verrà processato per omicidio e per aver coperto Scarpa durante la mattanza degli scissionisti. Big Linda testimoniò contro il Federale ma la sua testimonianza fu invalidata da una sua stessa precedente testimonianza rilasciata e registrata alcuni anni prima in cui dichiarava l’estraneità dell’agente alle vicende che riguardavano il convivente.

Big Linda ritratta in tribunale mentre testimonia contro DeVecchio

Il procuratore di Brooklyn, Charles Hynes, abbandonò il caso.

Piccola Linda si sposa a 21 anni con un bancario di Long Island che all’inizio – solo all’inizio – piaceva a Greg. Giusto il tempo di capire quale razza di stronzo violento fosse e disse alla figlia: “Voglio ucciderlo ma ho bisogno del tuo consenso, non voglio che tu viva con un senso di colpa”.

Gli risposi che non poteva farlo ma in realtà non aveva torto. Mio marito era un tormento”.

Gregory Scarpa, già colpito dll’AIDS, con la moglie Linda, la Big.

L’AIDS si impossessò di Scarpa con una trasfusione. Nel 1992 perse un occhio in un conflitto a fuoco e, ormai mangiato dal virus e dichiaratosi colpevole di tre omicidi, finì in prigione federale del Minnesota dove morì nel 1994.

Piccola Linda Schiro si definisce una sopravvissuta. Il che non ha a che fare con il padre ma con il marito che la abusava. Oggi si prende cura della madre, di un figlio di 11 anni e di due gemelline di 9 anni e vivono tutti in un modesto appartamento a Staten Island perchè i milioni di dollari del padre sono spariti.

“Little” Linda oggi

Dall’essere superprotetta ad essere vittima di violenza domestica, ecco cosa mi è successo“, dice la Schiro, che ha da poco perso il suo lavoro di rappresentante di alcohol e birra ma che non manca di sostenitori come Jane Dystel, il suo agente, che sta lavorando alla vendita del suo libro e l’ex detective Tommy Dades, che lavorò sul caso DeVecchio e arrestò 11 persone coinvolte nell’omicidio di Joey, fratello di Little Linda, ucciso durante un regolamento di conti.

Greg, Little Linda, Big Linda e il fretello minore di Linda, Joey, ucciso qualche tempo dopo questa foto durante un regolamento di conti.

Scrivere il libro è stata dura. Non voglio far del male a nessuno ma non voglio dare l’idea di simpatizzare con lo stile di vita che ho vissuto e che ha dsitrutto la mia famiglia.

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